
Giallo e azzurro, i colori di una Nazione
Vedo muri, marciapiedi, braccialetti, scarpe, giacche, cellulari, treni di colore giallo e azzurro come i colori della bandiera nazionale Ucraina.
Dopo cinque mesi trascorsi in un paese in guerra sono tante le sensazioni che provo e poche quelle che riesco a riportare nei miei articoli.
Uscita da Odessa per una settimana ho trascorso 2 giorni a Kiev e 4 notti a Lviv (nella parte nord ovest dell’Ucraina).
Rispetto a Odessa, nella quale la lingua russa è maggiormente parlata, nelle altre due città citate è la lingua ucraina maggiormente parlata.
Dopo aver passato gli ultimi tre anni a studiare il russo, arrivata a Kiev mi sono posta una domanda: ma do fastidio a qualcuno se parlo in russo?
Ho optato per l’opzione “turista che parla inglese”, ma in situazioni in cui non era possibile comunicare in inglese per forza di cose lo si faceva in russo.
Alcuni, stupiti, mi hanno chiesto per quale motivo se sapevo parlare russo non lo facevo da subito invece di fare la finta tonta.
Parlando con una cara amica di Odessa le ho chiesto “Rispetto all’Italia, l’Ucraina mi sembra una nazione più unita, i colori della bandiera ovunque …”lei ha risposto che solo da 2 anni a questa parte, da quando sono iniziate le tensioni, i colori della bandiera sono spuntati ovunque e questo ha fomentato un forte sentimento nazionalistico, che fino a quel momento soprattutto tra i giovani non era così sentito.
A Kiev ho chiesto alla ragazza che mi ha ospitato, Svitlana-Светлана- di 27 anni, sposata, cosa ne pensasse della situazione attuale, sottolineando il fatto che non guardando media o leggendo notizie a riguardo non ne sapevo nulla.
Lei, guardandomi negli occhi, ha iniziato a raccontarmi che è nata e cresciuta a Donetsk insieme alla sua famiglia, che, a 17 anni da sola si è spostata a Kiev per finire di studiare e cercare lavoro, che ora, la casa dove aveva vissuto a Donetsk non esisteva più, che la sua famiglia, come lei, si era trasferita in tempo e non si trovava nell’abitacolo nel momento dell’attacco, che ricordava la sua infanzia vissuta nella città con i suoi amici, di come, nonostante tutto, va avanti, perchè quando si ha la vita, la dignità, le mani, le gambe ancora attaccate al corpo, una famiglia, non è importante che non hai una casa, quella si può ricostruire, una vita, quella non ritorna.
Provate a immaginare quante persone come Svitlana hanno una storia da raccontare, una casa da ricostruire.
Questi pochi giorni mi hanno fatto pensare molto, riflettere su quanto questa Nazione abbia risentimenti con i vicini russi e di quanto le persone come me, che non sanno e pensano di sapere, che non sono nate in Ucraina e non hanno vissuto un intera vita qui non possano capire cosa si sia provato in passato e cosa si prova ora e su quanto le persone ne abbiano abbastanza dell’ignoranza e della povertà in questo paese.
Un grido, un manifesto, una speranza in queste parole :“Слава Україні-Героям Слава”- “La Gloria dell’Ucraina – Gloria agli Eroi” ;e una preghiera per l’Ucraina, “Моліться за Україну”- “ Pregate per l’Ucraina”, che si trovano spesso e volentieri sui palazzi come slogan.
Lorenza Lasagno
Odessa