Are You a EUth Worker?

P1070011From the 10th to the 16th of May 2015 the training “Are you a EUth Worker?” took place in Agape Ecumenical Center. 16 participants from 9 different organisations and countries meet in the italian Alps and discussed about lot of interesting issues.

We started with a brain storming about the general themes of the training: Europe, Youth Worker, Youth, Training, Project. From this first acitivity we produced our definitions of these topics, trying to find out which meanings and how many different interpretations where hidden behind simple words.

Then we tryed to find out who is the ideal youthworker, which skills and competences he/she should have or learn and which characteristics are important for beeing a Youth Woker. We understood this might be a really complex job!

We then discovered the story of the place we were, Agape Ecumenical Center, and we also share our personal background and stories as youth workers. In a second time we were able to present our sending organisations to all the participants. Everyone was inspired by all our experiences and the work of every organisation.

With the simulation game we discussed about the difficulty of the intercultural dialogue and the complexity of developping  a project. Right after the game we focused on what does it mean to plan and implement a project. Using the metaphor of a coffee machine everyone tryed to point out which are all the important phases, and togheter we discussed about the main elments of the project managment.

During the workshop about project managment we explored several tools: the main one was the Goal Oriented Project Planning, and togheter we learnt how to build a problem and a solution tree. DivP1060656ided into two groups we worked on two differents possible future projects for young people. We now have to keep these ideas and turn them into reality!

In Turin we visited the International Labour Organisation center where we were able to know which are other possibility of training and personal growth in a more international contexts.

During the training we always had time to experiment some ice-braking games, energizers, getting to know each other games, and this was also something important to collect and keep for our future carrier.

The week was exciting, interesting and full of iportant imputs. Everyone participated and we were able to stay togheter in a group, working and also having fun togheter.

Salve!

Salve,

scrivo questo primo articolo perchè mi è stato detto di farlo…diavoli! Non ho avuto scelta! 🙂

Bene, comincio dal tempo in cui sono arrivato in Italia. Io ricordo che volevo vedere uscito dall’aeroporto i grattacieli e la città all’orizzonte ma invece ho visto la tipica strada e il campo all’orizzonte (l’aeroporto era fuori città). Ah dimentico che ci sono stati molti cinesi, magari a voi piacciono e siete pieni, ed è così che mi immagino la Cina. In generale mi ha sorpreso. Dopo quando io ho raggiunto il punto di raccolta, ho ricevuto le istruzione ed è cominciato il seminario. E mi sono reso conto che ero in campo, come un campo per bambini. Giochi per imparare, tempo libero, cibo per mangiare, camere e letti, sembrava proprio come in quei campi, dove ho trascorso il tempo in estate quasi fino alla scuola. Mi è piaciuto!

Poi abbiamo viaggiato dalla città dove dovevamo lavorare. C’è una casa per noi. Bene. Il lavoro è vicino. Benissimo. E le biciclette per spostarsi. Perfetto! (La città non è molto grande).

Il lavoro. Anche in questo io mi aspettavo di vedere qualcosa di simile alle vittime per l’epidemia come lavoro per i volontari. Sono stato anche un pò deluso! Positivamente deluso. E’ il tipico aiutare, niente di difficile.

Finito. Tutto il resto si ripetuto semplicemente. In diverse versioni, certo, ma ripetuto. Altre città, altri seminari, altre persone e volontari e un lavoro. Niente di nuovo.

Ora che ho scritto l’articolo devo andare a cena, arrivederci!

Bella Italia

Mi rendo conto di aver viaggiato molto di più in Ucraina che nella mia Bella Italia.

Lviv, Uzhorod, Slavsko poi Kiev e infine Charkiv(capitale prima di Kiev).

Dall’estremo ovest all’estremo est, quasi sfiorando il confine con la Russia.

Chi vorresti come compagnio di viaggio?

Chi assolutamente non vorresti mai incontrare?

Nel mio caso non mi sono mai preoccupata, semplicemente ho incontrato persone qualunque che hanno comprato un biglietto del treno e si sono ritrovate di fianco a me.

Da un gruppo di musicisti di Odessa ormai miei amici a un veterano di guerra con in mano una fiaschetta di vodka e i suoi racconti della sua vita da soldato, i lunghi periodi nella regione di Kamcatka (Камча́тка), una penisola situata nell’estremo oriente russo, poi una coppia di mezza età nostalgici dell’Comunismo, una professoressa di musica in pensione, laureata al conservatorio di San Pietroburgo e con tendenze decisamente pro-russe, ma originaria di Odessa, molto curata, ben profumata e con la tinta rosso rubino.

E ancora, un gruppo di studenti provenienti dall’Est Ucraina precisamente Charkiv (in ucraino Харків; in russo Харьков, Char’kov) la seconda del Paese per popolazione infatti fu capitale prima di Kiev e ultima tappa, per ora, che ho visitato.

La maggiorparte di questi universitari interessati all’ecologia e all’architettura e allo sfruttamentanto delle risorse sostenibili di energia.

Ma la storia che vorrei raccontare è un altra, una signora di cui non ricordo esattamente il nome, ma che da dieci anni ormai lavora in Italia, le do il nome Irina.

Irina ha 70 anni e riceve due pensioni, quella ucraina (circa 60 euro al mese e anche meno) e quella italiana, è sotto contratto 24ore su 24, 7 giorni su 7, riposi manco a parlarne.

Storie di badanti, la maggiorparte ormai più che mature che hanno bisogno di lavorare e lo fanno in silenzio, soprattutto per la barriera linguistica.

Qualcuno ha mai pensato prima di dire “quella romena/moldava/ucraina non spiccica una parola in Italiano” come questa persona potesse sentirsi?

Irina, ha studiato italiano e con se ha sempre il mini dizionario bilingua, ha sostenuto un esame di lingua Italiana (roba non da poco) ed è giovane dentro, dolcssima, occhi color cielo e capelli biondi stinti.

Mio Dio, viviamo in un mondo di stereotipi, è difficile vivere senza, ma è possibile.

Non mi pare di aver sentito tanto spesso “ah, quell’italiano/a non azzecca mai un congiuntivo”, la grammatica italiana è affascinante ma altrettanto articolata, prima di stereotipare, meglio ripassare tutti insieme e imparare magari qualche lezione di vita.

Basterebbe provare a osservare più attentamente piuttosto che guardare e voltarsi dall’altra parte, provare a mettersi nei panni di questa persona e rifletterci su.

Ci vuole molto coraggio.

Irina è ritornata in Italia, una o due volte all’ anno viene a trovare la figlia e la nipote a Odessa, ha deciso di andare in Italia dopo la morte del marito, prima a Napoli senza contratto poi a Como, raccontava con gli occhi lucidi e a voce bassa, vorrebbe godersi un po della nostra Bella Italia, ma il tempo non ce l’ ha, gustarsi un gelato su una panchina al parco, fare una passeggiata salutare ogni sera, poter visitare Como, dove ormai lavora da qualche anno, andare al cinema o al teatro, ma purtroppo il tempo non ce l ha.

La storia di Irina mi ha toccato il cuore, mi è sembrata una bella idea scriverci su un articolo.

Lorenza Lasagno

Odessa UA

Le Regole del Cibo

Ciao, sono Anikó! Vengo dall’ Ungheria e ora faccio volontariato insan germano
Italia. Mi fa un grande piacere fare questo servizio, lavoro in
una casa di riposo e aiuto per gli anziani, e così mi sento utile.
Adesso sto qui già da 9 mesi e possiamo dire, ho una vita qui. Però
qualche volte mi trovo ancora  nelle situazione, dove mi sento proprio
straniera. Io vi racconto una storia così.

Siamo andati con le mie colleghe in pizzeria festeggiare il mio
compleanno. E’ arrivato il cameriere, e abbiamo detto cosa mangiamo, e
poi lui ha chiesto che cosa vogliamo da bere. Io avevo tanta voglia di
bere succo di frutta allora gliel’ho detto. E il cameriere subito ha
cominciato parlare in inglese con me e mi ha portato anche il menù
inglese . Le mie colleghe hanno riso e io non ho capito niente. E’venuto
anche il capo di ristorante , perché era vicino e mi ha chiesto da
dove sono (…in realtà voleva solo parlarmi in inglese,
però..va bene ho capito) E io ho risposto (in italiano) e anche ho
detto che non capivo perché mi prendono così in giro. Alla fine
quando gli altri sono stati capaci  di smettere di ridere, mi hanno spiegato,
il succo di frutta e la pizza non vanno bene insieme. Con la pizza si
beve solo qualcosa frizzante tipo coca-cola o la birra. Ma io ho la
testa dura e ho bevuto il vino bianco, quello non è fatto proprio per
la pizza, ma non fa così schifo, come il succo di pera. Da quella sera
lo so, esiste qualche regola anche in Italia, ma solo sulle
cose di cibo. E se non mi danno la multa, ho deciso, non mi
interessano.

Seminari

Per il mio secondo e belissima articolo, vado provare di vi dire come erano tutti gli miei seminari.

Il primo era in torre pellice, ( primo settembre ) Abbiamo fatto gioci di nome ( per imparare gli nome di tutti, nome che ho dimenticato il giorno dopo )

Anche un attivita dove abbiamo per missione di aiutare tutti ad eccezione di due persone a fare un maschera.                           Non so come spiegarlo di piu quindi….

Day

Siamo andate anche a firenze, e anche qui senza ” grande capo ” potete imaginare come era la situazione.                          Ha ! ci siamo divertiti come de pazzi ! ( porque estamos locos )

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E l’ultimo ! l’abbiamo fatto in la “grande” cita di To….rre pellice.                                                                                                 Ci siamo visto un ultima volta, abbiamo risoto,(ha!) e bevuto insieme.

Ma penso che durante quelli seminari ho fatto anche de cosa piu seriose, ma per essere onesto, le cosa che vado mi ricordare in un futuro vicino, sono tutti questi momento dove avevo un soriso fino all’orecchio.

Groupe torino

Victor KRAFT